Oggi parliamo di spreco alimentare.
Argomento da trattare con guanti di lino, visti gli aspetti plurimi e piuttosto delicati che lo riguardano.
Prima di tutto è doveroso ricordare che lo spreco alimentare è un fenomeno interessa il consumo domestico, ma anche tutto il comparto dei consumi fuori casa.
Proprio per questo ci sentiamo in dovere di sensibilizzare i nostri principali interlocutori, i ristoratori, sul tema. Come voi siamo responsabili nelle vesti di consumatori, ma anche di imprenditori e possiamo fare molto nella lotta allo spreco alimentare.
Cosa incentiva lo spreco al ristorante
Facciamo davvero tutto il possibile per limitare lo spreco alimentare nelle attività di ristorazione?
In qualunque locale che somministra cibo e bevande contribuiscono allo spreco alimentare: un’errata gestione degli ordini al fornitore, le porzioni eccessive proposte ai clienti, il sacchetto del pane eccessivamente pieno, l’utilizzo di alimenti accessori per l’impiattamento (non edibili), la cattiva gestione dell’acqua potabile, il non recupero in cucina delle parti meno nobili delle materie prime… e molto altro ancora.
Anche i provvedimenti relativi alle chiusure e aperture di bar e ristoranti – comunicati con scarso anticipo dalle istituzioni, va detto – hanno generato un enorme spreco alimentare nei mesi appena trascorsi, l’abbiamo appurato con i nostri occhi. Cerchiamo di ripartire con coscienza e buone strategie.
Lo spreco alimentare in Italia
Quanto sprechiamo nel nostro Paese?
Il Food Sustainability Index realizzato dalla Fondazione Barilla ha affermato, a inizio anno, prima della giornata internazionale contro lo spreco, che ogni italiano produce circa 65 kg di rifiuti alimentari l’anno, 7 kg in più rispetto alla media europea di 58 kg.
Un trend che è migliorato, ma la strada da percorrere è ancora lunga. A tal proposito segnaliamole iniziative legate alla Campagna Spreco Zero per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema nevralgico del nostro tempo, intrinsecamente legato a quello ambientale. Per i ristoratori e i consumatori tutti, inoltre, vi segnaliamo quest’applicazione, to good to go un’applicazione mobile che collega i clienti a ristoranti e negozi che hanno eccedenze alimentari invendute. Provate… e fateci sapere!
Lo spreco alimentare nel Recovery Plan
“Non dimentichiamoci che uno degli obiettivi del Recovery Plan, così come disposto dall’Unione Europea, è quello di aumentare del 10% l’occupazione in Italia, oltre a promuovere la filiera agroalimentare e ridurre lo spreco di cibo”. Così si esprimeva anche la Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, a inizio anno, in riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Abbiamo doveri morali, etici, sul benessere del pianeta e degli altri esseri umani… non dimentichiamolo!